SINTAI - Riutilizzo delle acque reflue
Al giorno d’oggi, la scarsità idrica non è più confinata ad alcune aree limitate d’Europa e si prevede che
entro il 2030 interesserà probabilmente il 50% dei bacini idrografici europei
(Fonti: CE - Report on the Review of the European Water Scarcity and Droughts Policy; CE - Would you drink
your wastewater?).
In tale contesto europeo, l’acqua reflua recuperata assume pertanto sempre una maggiore importanza in quanto
fonte idrica sicura e prevedibile che può concorrere, tra l’altro, a ridurre la pressione sui corpi idrici e
ad aiutare ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
Il ricorso alle acque reflue depurate come fonte idrica non convenzionale è una pratica sempre più necessaria
per fronteggiare i sempre più frequenti fenomeni di scarsità idrica. Le acque reflue depurate rappresentano
infatti una risorsa da non sprecare, soprattutto in considerazione del fatto che la disponibilità di acqua
dolce per gli utilizzi umani si riduce sensibilmente con il passare degli anni. Di qui, l’esigenza di considerare
le acque reflue recuperate per il riutilizzo come una “risorsa idrica alternativa”, da impiegare opportunamente
a valle di processi di trattamento avanzati. Al di là dell’apporto di risorsa idrica, le acque reflue recuperate
possono apportare in agricoltura un buon quantitativo di nutrienti quali azoto e fosforo, consentendo un
apprezzabile risparmio sull’acquisto di fertilizzanti sintetici. Viste le incertezze soprattutto sulla
disponibilità di fosforo nel lungo termine, questo rappresenta un importante valore aggiunto del riutilizzo
delle acque reflue urbane da non trascurare.
Il tema già individuato nella normativa europea e nazionale torna preponderante al centro degli interessi
del sistema legislativo di settore attualmente in particolare evoluzione, orientato sia al risparmio idrico
che alla promozione e alla regolamentazione, con direttive specifiche, dell’utilizzo sicuro delle acque
“affinate” nel quadro di una “gestione integrata delle risorse idriche”, nonché di “economia circolare”.
Fino ad oggi, in Italia il riutilizzo delle acque reflue urbane ha trovato scarsa applicazione e la materia
del riutilizzo è stata disciplinata, in particolare lì dove già scarseggia la risorsa idrica per gli usi
destinati al consumo umano oppure insistono attività produttive idro-esigenti. Con i controlli disposti e il
conseguimento dei requisiti di qualità posti dalla normativa in vigore in materia di riutilizzo si perseguono
gli obiettivi di tutela ambientale e sanitaria. Il ricorso a risorse idriche alternative soprattutto per uso
non potabile, non solo in agricoltura ma anche nell’industria, consente di arginare, almeno in parte, i problemi
di approvvigionamento idrico e, in termini di “sostenibilità ambientale”, di attuare il passaggio del ciclo
delle acque utilizzate da “ciclo aperto” a “ciclo chiuso”, perseguendo gli orientamenti degli indirizzi europei.
Il 5 giugno 2020 è stato pubblicato il Regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio recante
le prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua. Il Regolamento si applica ogni volta che le acque reflue
urbane trattate siano riutilizzate ai fini irrigui in agricoltura a seguito del loro affinamento, in conformità
con l’articolo 12, paragrafo 1, della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane.
Il Regolamento è volto in particolare a promuovere ed incoraggiare un utilizzo sostenibile dell’acqua reflua,
inserendosi nell’ambito dell’azione comune disegnata dalla Direttiva Quadro sulle Acque (Direttiva 2000/60/CE)
attraverso l’introduzione di una disciplina armonizzata per la gestione e il controllo dei rischi sanitari
ed ambientali, ed al fine di scongiurare eventuali danni connessi ad una scarsa qualità delle acque reflue
affinate.
La nuova normativa europea, conformemente al piano d’azione sull’economia circolare, è volta ad incentivare
la tutela delle risorse idriche attraverso il prolungamento del ciclo di vita dell’acqua mediante il riutilizzo
di quella già estratta, per rispondere alla crescente pressione dei cambiamenti climatici ed alla crescente
antropizzazione, che rendono sempre più preoccupante il verificarsi di fenomeni di scarsità d’acqua.
Il riutilizzo delle acque reflue depurate rappresenta una misura strategica trasversale per contribuire a: